Ritorno in Italia dopo 6 anni all’estero : La mia esperienza

Era il 2017 quando iniziai la mia avventura all’estero. Partii demoralizzato da una realtà che non mi apparteneva più. Avevo sete di sfide e nuovi orizzonti. Lasciai tutto, averi e famiglia, per andare in Nuova Zelanda. Avevo 24 anni. Oggi, compiuti 30, ho deciso di tornare in Italia. In questo articolo vi racconto un po’ del mio percorso e del perché ho preso la decisione di ritornare in Italia dopo 6 anni all’estero.

cammino santiago

Dopo aver scritto decine di articoli scientifici sul dolore cronico, ho pensato che fosse ora di svelare un po’ il “dietro le scene” di Veneziano Therapy. Da dove è nata l’idea e qual è il suo sogno.

 

Se non ci conosciamo, io sono Alessio Veneziano, un fisioterapista, Mind-Body Coach e fondatore di Veneziano Therapy, il portale di riferimento italiano per coloro che soffrono di dolori cronici e vogliono trovare le strategie per liberarsi dal dolore e riprendersi la propria vita.

Alessio Therapy 62

Veneziano Therapy è nato con un altro nome, “Alex Adventures”, nel 2017. Ho creato questa pagina Facebook per amici e parenti che erano interessati al mio percorso al di fuori dell’Italia. Scrivevo principalmente un diario pubblico delle mie esperienze, tra paure, sogni e avvenimenti.

 

Nel 2017 mi ero appena licenziato dal mio lavoro a tempo indeterminato come consulente informatico. All’epoca lavoravo per una piccola azienda di consulenza a Torino. La mia mansione era probabilmente interessante per coloro che avevano un interesse nel mondo della sistemistica informatica. A me semplicemente andava bene, ero portato per quello. Ho sempre avuto una mente aperta alla logica e ai numeri, alle cose schematiche. Mi consideravo il re dei biglietti durante le scuole superiori.

 

Riuscivo a schematizzare capitoli e capitoli di storia, matematica, informatica in pochi centimetri quadrati di carta (il cosiddetto bigliettino). Ho sempre amato l’efficienza in generale. Ottenere un 8 senza studiare era per me un potere che non avrei mai scambiato con nient’altro.

 

Ma una volta finito il liceo in Informatica, ho deciso di studiare per diventare fisioterapista. A causa di un infortunio all’ileo psoas avvenuto nel 2016, ho dovuto seguire diversi percorsi di riabilitazione (senza successo). Da lì mi sono appassionato al mondo della medicina riabilitativa. Nonostante fossi scoraggiato perché quelle tecniche non funzionavano sul mio corpo, ho deciso di volerne sapere di più.

 

Ho iniziato a leggere tutto ciò che mi capitava sottomano riguardo al corpo umano, partendo dall’anatomia fino alla fisiologia. In realtà, fin da giovane ero interessato alla medicina, forse perché nella mia cameretta l’unica enciclopedia cartacea disponibile era proprio quella di medicina, circa dieci mattoni di libri che parlavano di organi e malattie.

 

Da bambino lottavo contro la noia e l’unica cosa che mi tranquillizzava era giocare a calcio e leggere libri di scienza. Ero un piccolo nerd, devo confessarlo. Il mio primo PC l’ho avuto all’età di 9 anni. Ero un bambino molto laborioso e curioso, molto introverso ma socievole.

 

Terminata la carriera nel mondo del calcio a causa di un infortunio, ho deciso che la mia vita da calciatore mancato sarebbe stata una vita di avventure. Ricordo ancora quel giorno in cui ho preso questa decisione.

 

Quel giorno pioveva a dirotto, e nonostante tutto ho deciso di andare a correre. Il mio ateismo si è trasformato in spiritualità a causa di una serie di eventi che non sto qui a raccontare per adesso.

 

Dai 18 ai 23 anni, non passando le selezioni per fisioterapia, ho deciso di continuare il mio percorso come informatico. Non ero entusiasta del mio lavoro, non mi dava nessuna soddisfazione se non quella di avere i primi stipendi da spendere in vestiti e ristoranti. Non avevo particolari vizi e dipendenze, se non il desiderio di viaggiare e partecipare a festival di musica.

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Ero considerato un ragazzo per bene, educato, buono e gentile. Così mi consideravano le persone che mi conoscevano. Ma avrei voluto essere un ribelle, uno che andava controcorrente. Nel profondo di me stesso, odiavo la routine, odiavo dover fare sempre le stesse cose per settimane, giorni, mesi che erano diventati anni.

 

Quindi ho dato le dimissioni e preso un volo solo andata per Lourdes in Francia. No, non dovevo diventare prete 😊 Lì è iniziato il mio cammino verso Santiago, 900km tra Francia e Spagna .

Dopo circa un mese di preparazione, sono partito per quel viaggio che ha cambiato completamente la mia vita. Era il 4 maggio 2017.

arrivo a santiago santiago

Ricordo ancora quella data. Il numero 4 era il mio numero di maglietta da calcio, ero lo stopper, il difensore che fermava le azioni avversarie per ripartire all’attacco. Ero una persona determinata. Forse il calcio mi dava l’opportunità di creare una personalità a mio piacimento. Una volta terminata la carriera, avrei dovuto trovare altre vie per la mia trasformazione. E così ho trovato il viaggio, un modo radicale per evadere e forse scappare dalla realtà che mi ha sempre circondato per 23 anni.

 

Il cammino di Santiago ha cambiato ogni visione che avevo fino a quel giorno di viaggio solitario, zaino in spalla. L’adattamento era quotidiano, con nuovi orizzonti, nuove persone da conoscere, una nuova lingua, nuove paure e ansie con cui lavorare. È stato l’inizio di una trasformazione lenta e progressiva che mi ha portato ad amare la natura e il silenzio, il suono della pioggia e della foresta. Ho amato gli abbracci degli sconosciuti e le incredibili storie dei pellegrini che camminavano con me per chilometri. La meta era Santiago, ma quella era solo un altro degli obiettivi che noi occidentali ci prefiggiamo. Il vero obiettivo era ritrovare la pace, la tranquillità nella mia testa.

 

Ero molto stressato e spaventato allo stesso tempo per la scelta che avevo fatto. Mi ero licenziato dall’unico lavoro che sapevo fare per intraprendere un viaggio senza ritorno all’estero, senza conoscere nessuna lingua straniera e senza sapere a cosa stessi andando incontro.

 

Volevo semplicemente assaporare la libertà di alzarmi al mattino e camminare sempre dritto, senza preoccuparmi delle e-mail, delle scadenze sul lavoro, senza pensare a cosa avrei dovuto fare nel weekend per sfuggire alla monotonia odiosa del mondo moderno fatto di shopping, Instagram e serate piene di alcool. Avevo trovato una scappatoia perfetta.

 

Amavo camminare e amavo ascoltare la natura. Sei ore al giorno di cammino, 35 km sempre dritto in direzione di Santiago. Questo era diventato il mio nuovo lavoro per circa 28 giorni, con solo un giorno di pausa. Il mio spirito gioiva di tutto quel benessere. Ero grato di poter pagare le mie notti in ostello insieme ad altri pellegrini che russavano come porci. Nonostante il disagio, la mia mente era libera.

 

alessio cammino santiago

C’era però qualcosa di insaziato; pensavo al dopo, a cosa avrei fatto successivamente al cammino e dove sarei andato. Dopo circa 18 giorni, presi la decisione di partire per la Nuova Zelanda.

 

Così, dopo il mio ritorno da Santiago, tornai a casa e presi un volo solo andata verso il posto più lontano dall’Italia. La Nuova Zelanda era vicina alla Polinesia, era un altro sogno che avevo. Partii senza conoscere bene l’inglese, portando con me un po’ di soldi che avevo accuratamente messo da parte durante gli anni di lavoro.

 

I 10 mesi trascorsi in Nuova Zelanda mi diedero la fiducia di poter costruire la vita secondo i miei desideri. Mi fornirono la fiducia necessaria per realizzare il sogno di diventare un terapista olistico di professione. Volevo mettere a frutto ciò che sapevo riguardo al corpo umano, la respirazione, il movimento e il comportamento. Tuttavia, avevo solo 24 anni e mi mancava ancora una buona padronanza dell’inglese.

 

Quindi, iniziai a lavorare come massaggiatore, un hobby che avevo imparato a Torino prima di partire per Santiago. Il mio maestro, Umberto Bernacci, mi aveva fornito buone basi per creare una nuova identità. Sarei diventato ciò che avevo sempre sognato, un terapista olistico, anche se non riuscii a diventare un fisioterapista.

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In Australia, dopo quei 10 mesi trascorsi in Nuova Zelanda, desideravo approfondire ulteriormente le mie competenze nel campo del massaggio, ma iniziai a sentirmi annoiato. Pensavo che il massaggio non sarebbe stato il mio lavoro nel futuro.

Era faticoso fare più di 3 o 4 massaggi al giorno, e volevo insegnare ai miei clienti altri esercizi che avevo imparato in quegli anni: meditazione, respirazione, yoga.

 

Mi ero appassionato allo yoga già a Torino  ma non avrei mai pensato di lavorare in un centro yoga dall’altra parte del mondo. Eppure così fu. Il mio spirito aveva bisogno di trovare una nuova forma di espressione. Quindi, passai da massaggiatore a una mansione un po’ più simile a quella di un coach e istruttore.

 

Lavorando in diversi centri di benessere e salute in queste due nuove nazioni, ho avuto l’opportunità di prendere confidenza con una parte di me che non credevo di possedere: quella di istruttore/terapista olistico.

 

Mi considero un buon ascoltatore, ma non amo parlare davanti a un pubblico. Da introverso di nascita, mi sento estremamente vulnerabile quando la gente mi guarda. Non amo stare al centro dell’attenzione. L’ansia da prestazione bloccava un talento che sapevo di avere, ma non sapevo come esprimerlo.

 

Avevo una resistenza interna nella mia mente, che mi diceva che avrei dovuto spingere sull’acceleratore, che avrrei dovuto fare di più per le persone che incontravo e che avrei dovuto mettere a disposizione ciò che avevo imparato da decine di mentori e professionisti nel settore olistico.

 

Cambiando scenario, casa, amici, cibo e abitudini per tre anni di fila, con un ritmo moderato, avevo accumulato pressione e stress che si manifestavano nel mio corpo sotto forma di tensione e rigidità.

 

Ed è in quel momento che i primi dolori cronici si erano già fatti sentire, a partire dall’età di 18 anni, nella mia regione cervicale, e avevano continuato a tormentarmi durante gli anni trascorsi all’estero in Nuova Zelanda e in Australia.

 

Mi sentivo in un certo senso libero, ma nel profondo di me c’era sempre quella voce che mi chiedeva: “Alessio, dopo tutto questo, cosa farai? Per quanto tempo vuoi continuare a vagabondare? Qual è il tuo obiettivo?”

 

Non avevo veramente obiettivi precisi, stavo semplicemente vivendo giorno per giorno, come facevano tutti i viaggiatori con lo zaino in spalla. Nessuno aveva davvero un obiettivo a lungo termine, se non quello di visitare un nuovo paese e mettere da parte abbastanza denaro per continuare a viaggiare altrove. Ma per quanto tempo? Non lo sapevamo. Un anno, due anni, tre anni?

 

irlanda

Ma erano già quasi trascorsi tre anni, e non pensavo di aver costruito nulla di concreto. Sì, avevo accumulato esperienze, ma cosa avrei fatto in Australia? Massaggiatore, istruttore di yoga? No, desideravo fare qualcosa di più potente. La figura del fisioterapista continuava a risuonare nella mia testa.

 

Un giorno, dopo una sorta di cerimonia psichedelica, ebbi una forte intuizione (o una forte chiamata). Il mio spirito mi chiedeva di intraprendere la strada più difficile, quella di studiare e diventare un medico…

 

Ma come avrei potuto? Avevo già 26 anni, e per studiare medicina ci vogliono almeno dieci anni. Avrei finito a 36 anni. No, no, mi dicevo. Inoltre, non credevo in nessun rimedio occidentale, con tutte quelle pillole, quella chimica che copre solo i sintomi. La medicina occidentale mi faceva rabbrividire in certi sensi…

 

Non intendevo dire che fosse del tutto senza senso, ma se viviamo in una società piena di malati, piena di cancro, piena di persone depresse e disabili, ci deve essere una ragione.

 

Non vedevo la medicina tradizionale come adatta a me. Allora, cosa avrei dovuto fare?

 

Il fisioterapista… si trovava nel mezzo, tra la medicina e il mondo olistico. Ero lì per promuovere il movimento e le terapie alternative rispetto a quelle medicinali. Volevo insegnare al mondo come usare la mente e il corpo per ritrovare il benessere.

 

Era una grande responsabilità. Dovevo ricominciare a studiare da zero. Laurea? Oh Dio mio, ero già vecchio, mi dicevo. Avevo solo 25 anni a pensarci. E se non quello, qual era l’altra scelta? Coltivare la terra, andare a vivere nella natura. Mmm… Ok, presi la decisione di rinunciare a studiare medicina, ma l’avrei fatto in Italia. Studiare all’estero sarebbe stato troppo costoso.

 

Poi una serie di eventi mi portarono verso la destinazione dell’Olanda. Avrei potuto studiare in inglese e la selezione era molto più facile rispetto all’Italia. C’era poca competizione, nessun italiano che studiava in inglese perché non lo sapevano.

 

Così arrivo a Groningen (Nord Olanda).

groningen

 

Iniziai il percorso di studi in fisioterapia in pieno periodo COVID. Studiai così tanto che a volte pensavo: “Forse avresti potuto studiare medicina…”

Olanda

Accanto al percorso di studi lavoravo da terapista olistco in piccolo studio che affittavo ad ore.

 

La mia mente era affamata di conoscenza e volevo terminare il percorso di studi il più presto possibile per iniziare a lavorare a tempo pieno. L’università per quanto potessi imparare in quelle ore mi rallentava.

Ma non si può accelerare il tempo sul calendario.

Passai tutti gli esami al primo colpo, ma tre anni di esami sembravano scorrere molto lentamente.

 

Mi specializzai nei dolori cronici, soprattutto quelli di natura psicosomatica. Iniziai a capire che il mio infortunio all’età di 18 anni era accaduto per un motivo preciso: aiutare altre persone come me che stavano soffrendo e che avevano bisogno di riabilitazione per ritrovare il benessere. I miei dolori agli adduttori, che avevo provato dall’età di 17 a 19 anni, erano dolori psicosomatici che capii solo dopo aver completato il mio percorso di studi in fisioterapia.

 

seminario

E poi c’era il dolore cervicale che portavo con me da cinque anni, curiosamente dopo che il dolore alle gambe si era risolto. Tutto era di natura psicosomatica. Avevo studiato principalmente per me stesso, mi ero detto. Avevo ottenuto la laurea per guarirmi e ora era tempo di condividere questa conoscenza con gli altri.

 

La scienza aveva fatto grandi progressi, ma in Italia nessuno parlava dei dolori psicosomatici cronici e di come curarli. Non servivano interventi chirurgici o farmaci. Era necessario conoscenza, informazione, apertura mentale, vulnerabilità e tanto coraggio.

 

Così nacque Veneziano Therapy nel 2021, con l’idea e la missione di raccontare la mia esperienza a tutti coloro che erano aperti a un cambiamento radicale basato su evidenze scientifiche. Il mio diario, Alex Adventures, si trasformò nella pagina Facebook sul dolore neuroplastico, causato da un sistema nervoso ipersensibile, che a sua volta era influenzato da ansia, stress, depressione, perdita di identità e preoccupazioni…

Vecchio Logo
Primo Logo 2021

Iniziò un percorso cruciale nella mia vita, fatto di molta responsabilità verso coloro che erano indietro nel percorso di guarigione. Avevo aperto una nuova strada. Ma avevo anche paura. Cosa avrebbero detto i miei colleghi fisioterapisti italiani? Mi avrebbero preso per matto.

Come potevo curare una patologia cronica semplicemente trattando l’aspetto psicologico e mentale? Ma tutto questo era scientificamente provato, non era una mia opinione.

In Italia, questo sapere avrebbe impiegato anni per diffondersi. Le traduzioni in inglese sarebbero arrivate presto, confermando un nuovo e incredibile approccio alla medicina riabilitativa per il dolore cronico.

 

Il dolore cronico era un’epidemia di paura e ansia, non di ernie, artrosi o discopatie. Queste ultime erano presenti indipendentemente dalla presenza di dolore. Ci vollero due anni di studio, letture ed esperimenti su me stesso prima che prendessi finalmente la decisione che ciò che stavo imparando poteva essere applicato a milioni di persone che soffrivano di dolori lancinanti.

 

 

Ecco che mentre sperimentavo questo nuovo approccio psicologico al dolore qui in Olanda, mi confrontavo con quello già esistente in Italia. Iniziai a cercare su Google le informazioni che avevo appreso in inglese e a tradurle in italiano per condividerle con il pubblico italiano. Ho iniziato a pubblicare articoli sul mio sito web e a condividere contenuti sulle piattaforme social, cercando di educare e sensibilizzare le persone su questa nuova prospettiva nel trattamento del dolore cronico.

 

Mentre continuavo il mio percorso di studi e di ricerca, ho avuto l’opportunità di collaborare con altri professionisti nel campo della riabilitazione e della salute. Ho partecipato a conferenze e workshop internazionali, ampliando così la mia conoscenza e il mio network di contatti.

 

Ogni giorno mi sveglio con la passione di aiutare le persone a ritrovare il benessere attraverso l’integrazione di mente e corpo. Ho visto i risultati positivi ottenuti dai miei pazienti, che hanno finalmente trovato sollievo dai loro dolori cronici e hanno ripreso il controllo sulla propria vita.

 

Oggi, Veneziano Therapy torna a casa. Dopo 6 anni all’estero tra Francia, Spagna,  Nuova Zelanda , Australia e Olanda mi trasferisco a Cagliari in Sardegna. Bel salto eh.

 

Veneziano Therapy è diventata una realtà concreta e in continua crescita. Offro consulenza individuale, sessioni di terapia e workshop per aiutare le persone a comprendere e gestire il dolore cronico in modo olistico. Collaboro anche con altre strutture sanitarie per promuovere l’approccio integrato nel trattamento dei pazienti.

 

Il mio viaggio personale mi ha portato a superare le sfide e le paure, a seguire la mia vocazione e a trasformare la mia passione in una missione di vita. So che c’è ancora tanto lavoro da fare, ma sono determinato a continuare a diffondere questo messaggio di speranza e di guarigione.

 

Non importa quanti ostacoli si presentino lungo il cammino, ho imparato che è importante seguire il proprio cuore e perseguire ciò in cui si crede. La strada può sembrare difficile, ma con dedizione, impegno e fiducia, si possono realizzare grandi cose.

 

Sono grato per tutto ciò che ho vissuto e per le persone che ho incontrato lungo il mio percorso. Ogni esperienza mi ha arricchito e mi ha reso più consapevole del potenziale di guarigione che risiede dentro di noi.

 

Ora, guardando avanti, sono pieno di entusiasmo e determinazione nel continuare a contribuire al campo della riabilitazione e della salute, portando avanti la mia missione di aiutare le persone a vivere una vita priva di dolore e piena di benessere.

 

Se sei interessato alla mio approccio Mind-Body sulla cura del dolore cronico scarica i miei 2 manuali gratuiti QUI

Grazie per aver dedicato 10 minuti del tuo tempo per la lettura di questo articolo,

Alla prossima

Alessio Veneziano

Fisioterapista & Mind-Body Coach

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Alessio Veneziano

fisioterapista & Mind-body coach

Regola il sistema nervoso con il metodo NeuroBalance e dì addio ai sintomi per sempre

Alessio Veneziano

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