Dolore Cronico alla schiena : La Terapia Naturale e Definitiva

Se soffri di dolore cronico alla schiena o al collo da più di 3 mesi e le diverse cure convenzionali o alternative non hanno avuto effetti a lungo termine, potrebbe essere il momento di capire cosa sta impedendo il normale processo di guarigione. La terapia del dolore è un’area della medicina che si concentra sulla gestione sicura ed efficace del dolore, utilizzando molte tecniche diverse, tra cui farmaci, interventi chirurgici, fisioterapia e terapie alternative come l’agopuntura e la terapia cognitivo-comportamentale.

Se hai già provato queste tecniche senza successo, esiste un approccio che forse non hai ancora considerato: quello olistico, che sfrutta la connessione tra mente e corpo.

In questo articolo parlerò di come l’educazione al dolore, combinata con esercizi di respirazione, scrittura espressiva e visualizzazione, può aiutare notevolmente ad alleviare il dolore e, in alcuni casi, addirittura a curare la malattia stessa.

Ma chi sono io per dirti questo?

Alessio Therapy 61

Sono Alessio Veneziano, terapista olistico e fondatore di questo portale . Sono specializzato in fisioterapia e psicologia applicata per il dolore cronico. Attraverso video-consulenza a distanza aiuto i miei clienti a trovare un nuovo senso di benessere. Per saperne di più su di me, clicca qui. 

Adesso che sai chi sono e di cosa mi occupo, ritorniamo pure all’articolo.

Terapia del dolore cronico alla schiena: In che cosa consiste ?

La terapia del dolore viene solitamente utilizzata per problemi sub-acuti o cronici, in cui il dolore persiste nel tempo. Di solito, entro tre mesi il processo di guarigione dovrebbe essere completato anche in caso di traumi fisici, come ad esempio , fratture o contusioni.

 

Tuttavia, quando il dolore persiste per più di tre mesi, si parla di ipersensibilità del sistema nervoso, in cui il dolore è stato memorizzato o appreso dal sistema nervoso. In queste situazioni, anche un lieve tocco può causare un aumento della sensazione di pressione (fenomeno chiamato Allodinia).

I fattori che perpetuano il dolore sono diversi e si ramificano su 3 principali aree : biologici, psicologici e sociali.
Queste 3 aree sono interconnesse e bisogna eseguire un estesa analisi per ogni area prima di arrivare a conclusioni sul perché il dolore persiste. Questa può essere eseguita attraverso un anamnesi .

L’anamnesi è in pratica un’intervista che raccoglie tutte le informazioni pertinenti riguardanti la tua storia clinica. In genere, inizio l’anamnesi chiedendo al paziente di descrivere il motivo della visita, i sintomi attuali, la durata e l’intensità dei sintomi, eventuali trattamenti precedenti, allergie e altre informazioni riguardante la sfera sociale e psicologica.

L’anamnesi è un passo importante nella valutazione di ogni paziente perché fornisce una panoramica completa della tua storia clinica, aiutandomi a stabilire una diagnosi accurata e un piano di trattamento appropriato.

 

Diagnosi prima della terapia del dolore

Come già citato sopra, è di cruciale importanza escludere problematiche strutturali, quindi infezioni, tumori o malattie autoimmuni prima di eseguire ogni terapia del dolore. Quindi una diagnosi del medico che escluda fattori biologici/strutturali gravi è essenziale.

Inoltre è bene inquadrare in che tipologia di dolore ci si trova :

  • Dolore Acuto
  • Dolore Neuropatico
  • Dolore Cronico Neuroplastico

In sintesi il dolore acuto accade quando ci troviamo in una prima fase del dolore (primi 3 mesi), il processo infiammatorio è stato azionato in modo da proteggere la parte dolorante interessata che potrebbe essere stata danneggiata.  In questo caso il dolore acuto è spesso associato ad infortuni causati da traumi o contusioni e i sintomi sono accusati nell’aria di contusione.

In alternativa il dolore neuropatico è presente quando parte del sistema nervoso è compromesso o danneggiato. Situazione comune, per esempio, in casi di fasi evolute diabetiche. Importante quindi escludere patologie sistemiche (macro-infiammazioni) eseguendo accurate analisi mediche (esempio : analisi del sangue o reumatologiche).

In questi casi il dolore è accusato in regioni definite e non tende a spostarsi.

Il dolore potrebbe persistere nonostante la fase acuta (3 mesi) è conclusa e non ci sono evidenze che vanno ad indicare un danneggiamento o malfunzionamento dei nervi.

In questo caso potremmo trovarci nella terza tipologia ovvero di dolore neuroplastico.

In questo caso nessuna struttura fisica è stata identificata come la radice del problema. Il dolore in questi casi ha caratteristiche particolari e diverse da quelle neuropatiche.

Il dolore neuroplastico, infatti, si espande su una ragione diffusa del corpo, si muove in diverse parti ed è aggravato da situazioni psicologiche o sociali. Questi sono solo alcune delle caratteristiche del dolore neuroplastico. Per saperne di più ti consiglio di leggere questa pagina.

 

In che cosa consiste la terapia olistica del dolore (senza farmaci o terapie manuali o strumentali)

In questo paragrafo parleremo principalmente della terapia del dolore cronico neoplastico ovvero in cui il dolore non è causato da fattori gravi ovvero traumi/tumori/infezioni/malattie autoimmuni.

Step 1 : Educazione al dolore.

La prima fase della terapia è appunto l’informazione. Nel mio protocollo “Veneziano Therapy” questo è il primo step, dove il paziente prende conoscenza di tutti i fattori che potrebbero influenzare il mantenimento del dolore, quindi non solo quelli biologici (fisici) ma anche quelli psicologici e sociali.

Avendo già escluso patologie strutturali e gravi è importante trovare una rassicurazione che il corpo in questi casi è sano e non ha nulla di rotto o malfunzionante.

Il responsabile del dolore è in questi casi un sistema nervoso iper-sensibile causato da diversi fattori. Ogni persona ha differenti cause per cui questa “sensibilità” rimane alta (soglia del dolore bassa).

Principalmente parliamo di situazioni di stress lavorativi, familiari o finanziari che possono essere accaduti nel passato e/o presenti tutt’oggi.

In questa fase quindi andiamo ad analizzare con una lente di ingrandimento le radici di ogni causa, tenendo sempre in considerazione che il dolore è reale al 100%.

Capire come questo processo viene instaurato dal punto di vista fisiologico e come l’aspetto psicologico e sociale influenza il nostro corpo metterà le fondamenta per la terapia che andrai a seguire.

Le  credenze del paziente sulla reale causa del dolore potrebbero non essere in linea con la realtà. Per esempio in dolori cronici da mal di schiena, molto sovente viene imputata come una problematica puramente fisica, dove ernie, protrusioni o discopatie si pensano essere la radice del dolore. Numerose evidenze scientifiche ci dicono appunto il contrario, dove solo una piccola minoranza dei dolori cronici sono di natura puramente strutturale. Ancora una volta, un’attenta analisi medica è essenziale per escludere problematiche puramente fisiche.

Se vuoi iniziare questo primo step in autonomia ti consiglio questo micro-corso al dolore e la lettura di questo libro

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Step 2: Tecniche di auto-regolazione

Si parla spesso di tecniche di rilassamento come mindfulness/ meditazione come le principali modalità per decrementare l’attività del sistema nervoso. Sicuramente utili e in alcuni casi fondamentali, ritengo però che parlare di rilassamento può essere fuorviante. Il rilassamento riporta in mente un’attività passiva. Nulla di più sbagliato.

Le tecniche di auto-regolazione sono tecniche attive che richiedono focus e determinazione allo stesso tempo

Si parla in questo caso di tecniche che usano il respiro come terapia o di visualizzazione guidata.

La terapia del respiro ha una lunga storia che risale a molte antiche civiltà in tutto il mondo. Nella medicina tradizionale cinese, ad esempio, la respirazione è stata considerata un aspetto fondamentale della salute e del benessere per migliaia di anni. Gli antichi cinesi svilupparono tecniche di respirazione per rafforzare il Qi, l’energia vitale del corpo, anche chiamato prana nello Yoga Indiano.

Per questo Step2 trovi qualche video guida sul mio canale YouTube 

Step 3: Tecniche di espressione

Attualmente, l’aspetto psicologico e sociale viene spesso sottovalutato. È noto che lo stress e le emozioni possono influenzare sia la mente che il corpo, tuttavia come società, soprattutto in ambito medico, siamo riluttanti ad accettarlo completamente, cercando invece una causa univoca nel corpo per spiegare il dolore.

Nei casi di dolore cronico, è importante ricevere un supporto psicologico. Se si decide di rivolgersi a un professionista come uno psicologo o un ipnoterapista, può essere utile scegliere qualcuno che abbia ricevuto una formazione specifica nella terapia mente-corpo. Qualcuno che sappia che il dolore cronico può essere creato da un’ipersensibilità del sistema nervoso.

La terapia di espressione che utilizzo abitualmente è la scrittura espressiva, anche chiamata Emotional Journaling. Si tratta di una tecnica appresa dalla psicoterapeuta Nicole Sachs, un’esperta del dolore neuroplastico. Il suo metodo ha avuto un grande successo, aiutando migliaia di persone negli USA.

Ma come può la scrittura espressiva curare il dolore cronico neuroplastico?

Il corpo, e in particolare il nostro sistema nervoso, immagazzina e memorizza tutte le esperienze passate e presenti. Lo fa in modo da proteggere il corpo da eventuali nuove minacce. In particolare, parliamo di emozioni represse, lasciate inespresse. Queste emozioni possono essere di rabbia, senso di colpa, tristezza, e vengono migrate dal nostro conscio al nostro inconscio.

Pensa al tuo sistema nervoso come a un serbatoio di una macchina. Per molto tempo, immagazziniamo stress ed emozioni non espresse, andiamo a riempire il nostro serbatoio fino a un punto in cui non è più possibile fare stare nulla. Ecco che in questi casi il corpo reagisce, dando un allarme, e come lo fa? Attraverso sintomi corporei: ansia, dolore, attacchi di panico, psoriasi, ecc. La scrittura espressiva è una tecnica che ti permette di liberare queste emozioni represse, consentendo al sistema nervoso di scaricare lo stress accumulato.

Scrivere i tuoi pensieri e sentimenti su carta ti aiuta a riconoscere e affrontare le emozioni negative, consentendoti di gestire meglio lo stress e il dolore.

La scrittura espressiva (Emotional Journaling) 

La terapia di scrittura espressiva non considera le emozioni e lo stress come la causa diretta del dolore, ma come fattori che possono contribuire ad alimentarlo.

Il suo obiettivo è aiutare a liberare le emozioni represse che possono essere un fattore contribuente nel mantenere il dolore cronico. Una volta che le emozioni sono espresse e svuotate dal serbatoio dell’inconscio, la tensione nel corpo diminuisce e i sintomi come il dolore e l’ansia possono diminuire o scomparire.

È importante notare che il dolore cronico può avere molte cause diverse e che la terapia di scrittura espressiva può non essere efficace per tutti i casi.

È sempre consigliabile cercare il parere di un professionista medico o terapeuta per valutare le opzioni di trattamento più adatte al proprio caso specifico.

Inoltre, prendersi cura di sé stessi quotidianamente è importante per mantenere il benessere mentale e fisico e prevenire l’accumulo di emozioni represse.

Per questo step ti consiglio di approfondire leggendo questo mio articolo 

Terapia del dolore : Il movimento

Il movimento è un altro elemento essenziale che serve a muovere l’energia interna rimasta “bloccata” e, in un certo senso, anche le emozioni inconsce alla superficie. Il movimento è importante anche fisiologicamente poiché rilascia ormoni benefici per il corpo, come la serotonina, la dopamina e le endorfine.

Il movimento dovrebbe essere graduale, dove nelle prime giornate o settimane anche una camminata di 10 minuti può fare la differenza. Pian piano che il sistema nervoso si adatta ai nuovi stimoli, si possono iniziare attività con un’ intensità più moderata come lo yoga, il jogging, il nuoto, il pilates, ecc…

Terapia del dolore: quanto dura

Normalmente, una terapia della durata di 6 settimane è sufficiente per ridurre il dolore in modo sostanziale. Tuttavia, ogni persona reagisce alla terapia in modo diverso. Dalla mia esperienza, ci vogliono in media dalle 4 alle 6 settimane per ridurre i livelli del dolore anche del 50-70%. Questo non significa che non sia possibile tornare ad una regolazione del 100% prima della sesta settimana.

È importante non avere fretta durante questo processo, perché il sistema nervoso ha bisogno di adattarsi al suo ritmo. Non è insolito sperimentare un aumento del dolore nelle prime due settimane, seguito da una successiva diminuzione. Il percorso non è di solito lineare nel breve termine, ma lo è nel lungo termine.

Una volta compresi i meccanismi interni del perché e del come il tuo sistema nervoso funziona, avrai tutti gli strumenti per tornare a stare bene. È un po’ come imparare ad andare in bicicletta: una volta imparato il processo, non dovrai più ri-impararlo. La stessa cosa accade nella terapia del dolore. Se ti troverai in una situazione simile di dolore neuroplastico, saprai come comportarti. In questo modo diventerai tu il terapista del tuo corpo e sarai indipendente da farmaci o terapie manuali.

Terapia del dolore : somministrazione di farmaci

Nella terapia olistica del dolore, non è compito del terapeuta prescrivere o consigliare l’uso di farmaci, poiché ciò rientra esclusivamente nella competenza medica.
Tuttavia, il terapeuta può informare il paziente degli effetti collaterali a lungo termine dei farmaci e suggerire di consultare il proprio medico prima di modificare la propria terapia farmacologica.
L’approccio olistico al dolore spesso cerca di affrontare il problema del dolore da diverse angolazioni, integrando diverse terapie per raggiungere un benessere generale del paziente, senza focalizzarsi esclusivamente sulla somministrazione di farmaci.

Terapia del dolore e Integratori

Premessa : Consiglio di consultare un medico prima di assumere integratori. È importante eseguire un’analisi del sangue per stabilire la propria condizione di base e valutare i risultati prima e dopo l’assunzione dell’integratore.

Dopo un intensa ricerca e sperimentazione gli unici 3 integratori che consiglio sono :

  • Vitamina D3 e K2

    La vitamina D3 e la vitamina K2 sono importanti integratori per il sistema nervoso.

    La vitamina D3 e K2 aiutano il corpo ad assorbire il calcio e il fosforo, che sono essenziali per il mantenimento della densità ossea e la trasmissione degli impulsi nervosi.

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  • Magnesio (Il minerale rilassante)

    Il magnesio è essenziale per il sistema nervoso, ma molte persone non ne consumano abbastanza nella loro dieta. L’olio di magnesio, applicato sulla pelle, può essere rapidamente assorbito dai tessuti e dalle cellule che ne hanno bisogno, inclusi i nervi e i muscoli. Anche se può essere efficace, è importante consultare un medico prima di assumerlo e seguire le istruzioni sull’etichetta per evitare eventuali effetti collaterali indesiderati.

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  • Omega 3  (Grasso Anti-infiammatorio) 

    Gli omega-3 sono acidi grassi essenziali che il nostro corpo non può produrre da solo e che devono essere assunti tramite la dieta o gli integratori. Gli omega-3 sono importanti per il sistema nervoso poiché sono componenti fondamentali delle membrane cellulari del cervello e dei nervi.

    Inoltre, gli omega-3 possono svolgere un ruolo importante nella regolazione dell’infiammazione.

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Sommario e Conclusione

La terapia olistica del dolore è un approccio completo e efficace per affrontare il dolore cronico neuroplastico.  Essa tiene conto dei diversi aspetti della persona, come il corpo, la mente e l’ambiente circostante. La terapia può essere svolta utilizzando diverse tecniche, come l’educazione al dolore, la respirazione, il movimento graduale, la visualizzazione, la mindfulness e la scrittura espressiva.

È importante ricordare che la terapia olistica del dolore è un processo graduale e che i risultati possono variare da persona a persona. Tuttavia, con la giusta motivazione e con l’aiuto di un professionista, è possibile ottenere notevoli benefici e migliorare la propria qualità di vita.

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Alessio Veneziano

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