E se ti dicessi che certe personalità siano più prone a sviluppare il dolore cronico che altre ? Ci crederesti?
Alcuni tratti della personalità possono mantenere il sistema di allarme/allerta del corpo in modalità “ON”.
Sai qual è il più comune? Il perfezionismo.
Essere consapevoli della connessione personalità – dolore può aiutarti ad adottare un approccio proattivo alla gestione e al miglioramento della tua qualità di vita.
Nonostante il perfezionismo possa avere effetti positivi, ne ha altrettanti negativi, soprattutto se si soffre di dolore cronico.
Infatti, quando si lavora sotto la convinzione che tutto debba essere perfetto, il cervello elabora le informazioni in modo particolare, attivando un processo fisiologico molto diverso: l’allerta, l’ansia e la paura saranno attivi in ogni minuto della giornata. Tutti questi fattori influenzeranno direttamente il dolore.
Ma cosa significa veramente essere un perfezionista? E cosa si può fare sin da subito per influenzare il dolore, anche se si possiede questo tratto di personalità? Questo e altro sarà svelato in questo articolo.
Prima di addentrarci in questo articolo lasciami presentare.
Mi chiamo Alessio Veneziano, sono un fisioterapista psicosomatico e fondatore di Veneziano Therapy. Attraverso un video-corso (NeuroBalance) e sessioni di coaching terapeutici aiuto persone che soffrono da dolori persistenti ritornare a godersi le attività quotidiane senza più limitazioni e con totale libertà.
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Ora che sai chi sono e di cosa mi occupo ritorniamo al nostro articolo.
Chi è il perfezionista ?
Il perfezionista è qualcuno che si impone standard molto elevati. Al giorno d’oggi, essere un perfezionista è considerato un pregio, specialmente in ambiente lavorativo.
I perfezionisti sono generalmente molto rispettati e di alto rendimento.
Se sei un perfezionista, non hai problemi a lavorare duramente per raggiungere grandi obiettivi, ma anche quando li raggiungi, pensi a cosa avresti potuto fare meglio e più velocemente. Non sei mai soddisfatto o compiaciuto, sei sempre alla ricerca di un altro grande successo o obiettivo.
Ti sembra molto difficile stare fermo e senti sempre un grande senso di urgenza, che potrebbe portarti ad essere descritto come “sempre affamato di successo” o ” il più ambizioso”.
Il perfezionista rappresenta il sogno di ogni imprenditore: un lavoratore che non accusa fatica, in costante progresso e sempre desideroso di imparare.
Se sei un perfezionista, probabilmente non hai mai considerato questo tratto come un problema… è solo il tuo modo di essere, giusto? Eppure, nonostante sia del tutto legittimo avere degli standard elevati per sé stessi, è altrettanto importante capire come il perfezionismo possa manifestarsi nel tuo corpo e cercare di trovare un equilibrio per il benessere fisico.
L’infanzia del perfezionista
Il perfezionismo si sviluppa in modo diverso per ogni individuo, ma è molto comune tra le persone che hanno vissuto elevati livelli di stress durante la loro infanzia. Ciò perché il perfezionismo può rappresentare un meccanismo di sopravvivenza. Se sei cresciuto in un ambiente caotico e stressante, avrai inziato a dimostrare ai tuoi genitori che non volevi essere uno “stress aggiuntivo” nelle loro vite. In questo modo, nessuno avrà dovuto preoccuparsi per te. Da adulto, avrai capito che non è necessario essere “perfetti” per essere amati, ma la tua abitudine di mantenere standard elevati può essere rimasta radicata al tuo interno.
Il presente del perfezionista
Molti perfezionisti vivono in un costante stato di urgenza e tensione, in cui le richieste che pongono a se stessi superano la loro capacità produttiva. Questo può causare una serie di reazioni sia nella mente che nel corpo, come il senso di ansia che può rilasciare ormoni dello stress, aumentare il battito cardiaco e inviare un segnale al tuo sistema nervoso che ti trovi in uno stato di “combatti o fuggi”. Se il dolore emerge mentre ti trovi in questo stato, il corpo non è in grado di fronteggiarlo efficacemente. Infatti, è predisposto ad amplificare il dolore fino a quando non diminuisci il tuo carico di lavoro e ti prendi una pausa.
In casi più seri, il perfezionismo può mettere il corpo in uno stato di costante ansia, che crea dei segnali di dolore. Essi possono rimanere attivi anche quando in realtà non c’è assolutamente nulla di danneggiato nel corpo. E sai dove proprio questi segnali vanno ad essere rilasciati? Nella parte del corpo più sensibile, magari sul collo, sulla schiena, sulle anche o sui polpacci…
In altre parole, quando si è costantemente in uno stato di ansia e stress, si tende a trascurare le pratiche e le abitudini che possono aiutare a ridurre questi livelli di stress. Ci sono molte strategie che possono aiutare a ridurre lo stress, come la meditazione mindfullness, l’esercizio fisico regolare o praticare la gratitudine. Tutte queste strategie hanno dimostrato di essere efficaci nel rilasciare sostanze naturali nel corpo, come gli oppioidi, che possono aiutare a ridurre il dolore e migliorare il benessere generale. Eppure, quando si è costantemente concentrati sulla perfezione e sul raggiungimento degli obiettivi, si può perdere di vista l’importanza di queste pratiche.
Queste attività possono essere viste come improduttive o perdite di tempo dai perfezionisti, ma in realtà possono aiutare a rilasciare sostanze inibitorie naturali nel sistema ed a calmare la mente e il corpo.
Studi scientifici hanno dimostrato che i perfezionisti hanno maggiori difficoltà a far fronte al dolore, non perché lo sopportino meglio di altri, ma perché tendono a mantenerlo di più.
Evita queste 3 trappole
Andiamo a vedere qualche trappola in cui potresti cadere, che fa in modo di mantenere il dolore in modo persistente. Se questo ti sembra familiare, non stressarti a riguardo! È una cosa buona, perché significa che hai qualcosa su cui lavorare, e possiamo vedere che se fai delle modifiche in questa area, avrai probabilmente anche dei benefici nei tuoi sintomi.
La prima trappola
La prima trappola è “fare tutto o niente”. Il perfezionista tende a credere che tutto debba essere fatto nel GIUSTO modo, che sia per lui/lei o non debba essere fatto per NIENTE.
Sei mai stato sveglio tutta la notte per completare un progetto che raggiungeva i tuoi standard di qualità?
Oppure, hai pulito tutta la casa solo perché un paio di amici sono venuti a cena? Oppure sei il tipo di perfezionista che non riesce a delegare nulla agli altri o ai membri del tuo progetto di lavoro perché non credi che siano capaci di raggiungere i giusti criteri?
In questo modo ti carichi addosso un lavoro extra perché vuoi che il lavoro sia finito come credevi fosse giusto essere finito.
Se sei insoddisfatto/a della qualità del lavoro dei tuoi colleghi o di come il tuo partner pulisce i piatti, entri nel mezzo e finisci il lavoro per loro…
Dopo aver ripetuto per più volte questo atteggiametno, le persone che ti stanno affianco decideranno di non aiutarti più allo stesso modo, sapendo che alla fine dei conti sarai sempre tu a finire il lavoro.
La seconda trappola
Questo approccio “tutto o niente” può anche portarti a rinforzare i tuoi pensieri di “successo”.
Quando senti così tanto dolore, il perfezionista vede 2 opzioni :
1 . Riposarsi e fallire i suoi paini o obbligazioni ai suoi standard.
2. Fare tutto al 100% nonostante il dolore, magari prendendosi un antidolorifico ed andando avanti come niente fosse. E con questa pressione operare al meglio che si può.
La terza trappola
E l’ultima trappola. Per questo approccio “tutto o niente”, i perfezionisti la trovano dura a guarire lentamente. Non amano il progresso lento, e possono essere molto frustrati se non raggiungono le proprie aspettative per una guarigione efficiente e veloce. Questo potrebbe portarli a mollare del tutto la cura, frustrati che il loro sforzo non abbia portato risultati sperati, oppure ritornare ad un livello che secondo loro considerano accettabile, accontentandosi di un dolore latente e saltellante , non dando modo al corpo di recuperare e adattarsi a suo tempo.
Quindi se ti ritrovi in tutto ciò, che cosa puoi fare ?
La soluzione
Il primo step, è essere coscienti che ti trovi ad adottare una personalità da perfezionista.
Il secondo step è trovare un equilibrio.
Non puoi liberarti completamente della parte oscura del tuo carattere se continui a pensare di raggiungere sempre gli obbiettivi più alti.
Per ribilanciare il tutto, devi prenderti dei momenti di relax e lasciare andare ogni tanto.
Bisogna lasciare fare al corpo quello che è capace di fare : ovvero guarire.
Ogni essere vivente in natura tende a guarire spontaneamente, e tu fai parte di questa natura.
Ma la mente è sempre lì a mettersi nel mezzo.
Per guarire dai dolori persistenti dobbiamo prima essere coscenti dei nostri meccanismi interni.
La tua azienda o attività non andrà in fallimento se ogni tanto nella giornata o nella settimana ti prendi un momento per ritornare sul tuo respiro, facendo un check-in con il tuo corpo.
La tua famiglia non si distruggerà se al mattino ti prendi 10 minuti per fare tracciamento somatico o esercizi di respirazione prima di fare colazione e iniziare la giornata.
Probabilmente ti preoccuperai come farà il tuo gruppo di lavoro senza di te ad andare avanti, ma prova a darti un piccolo break e dai fiducia ai tuoi collaboratori, lasciali lavorare al loro modo per una volta. Potrebbero sorprenderti.
In questo modo per la prima volta potrai osservare e vedere come distribuire il carico di lavoro in modo più efficiente per tutti , e soprattutto per TE.
La mia piccola esperienza da perfezionista seriale
Mi rivedo così tanto in questo articolo… ricordo che all’università stavo impazzendo con tutti quei progetti di gruppo. Alla fine ero sempre io a rincorrere gli altri e fare in modo che tutto filasse. Non mi fidavo di nessuno. Questo mi ha portato a lavorare il doppio nonostante i risultati fossero mediocri, perché avrei dovuto badare non solo all’università ma anche al mio progetto e sogno “VenezianoTherapy”.
Sono sicuro che in qualche modo anche tu avresti qualcosa da delegare, ma preferisci compiere il lavoro a modo tuo e per conto tuo. Prendi nota di quello che potresti lasciare andare.
Lavorando nel perfezionismo in questo modo, non significa ambire ad essere mediocre, gettare la spugna o diventare un fallito. Vuol dire semplicemente riprendere le priorità del tuo corpo nelle tue mani. Vuol dire prendere un momento nella giornata per riconnettere su quello che il tuo cuore e il tuo corpo vuol dirti.
Vedi questo articolo fa parte di uno dei pilastri del mio programma riabilitativo e video corso NeuroBalance , ovvero l’educazione al dolore.
La gestione del dolore cronico psicosomatico (nociplastico)
Esso può richiedere un approccio multifattoriale. Ciò significa che la terapia dovrebbe concentrarsi non solo sulla gestione del dolore fisico, ma anche e soprattutto sulla gestione del disagio psicologico e delle cause sottostanti del dolore psicosomatico.
Apriamo una piccola parentesi qui.
(Dolore Psicosomatico non vuol dire che te lo inventi. Il dolore è reale al 100%. Vuol dire che è creato da un sistema nervoso ipersensibile e può essere curato al 100% attraverso un percorso che abbraccia mente e corpo)
Chusa parentesi.
Esistono diverse tecniche per la cura del dolore persistente psicosomatico.
Quelle che uso per i miei clienti sono solitamente le seguenti : Educazione al dolore, Respirazione, Tracciamento Somatico, Movimento, Tappign EFT, Scrittura Espressiva.
Non ti spaventare. Non devi eseguirle tutte in una volta per guarire. Ho creato giusto NeuroBalance per evitare di perdere la rotta ed evitare il tuo spirito perfezionista.
L’educazione senza l’azione non serve a nulla.
Accedi a NeuroBalance e inizia il tuo percorso di guarigione oggi.