Se soffri di dolore cronico, probabilmente ti sei sentito dire molte volte: “Non hai niente di rotto o danneggiato, gli esami sono tutti nella norma”. Eppure, il dolore persiste e condiziona la tua vita. Questo porta a frustrazione, senso di impotenza e spesso anche alla paura di non trovare mai una soluzione.
Ma cosa succederebbe se ti dicessi che il dolore cronico non dipende solo da un problema fisico, ma anche dal modo in cui il tuo cervello lo percepisce e lo amplifica?
Uno studio recente pubblicato sulla CoLaus|PsyCoLaus Study ha analizzato il legame tra dolore cronico, disturbi psicologici e tratti di personalità. I risultati sono illuminanti e possono aiutarti a comprendere meglio la tua situazione.
Io sono il Dr. Alessio Veneziano , fisioterapista e fondatore di NeuroBalance, un metodo innovativo e multidisciplinare che ha già aiutato centinaia di persone a ritrovare il benessere psico-fisico. Alla fine di questo articolo trovi i link per maggiori info.
Dolore Acuto vs. Dolore Cronico: La Differenza Fondamentale
Prima di addentrarci sul mondo della personalità devi avere chiaro questa differenza.
Il dolore acuto è un segnale d’allarme del corpo: ti tagli un dito, prendi una storta alla caviglia, e il dolore ti avvisa che c’è un danno. Una volta guarito il tessuto, il dolore scompare.
Il dolore cronico, invece, persiste per mesi o anni, anche in assenza di un danno fisico evidente. Questo perché il sistema nervoso diventa ipersensibile e continua a inviare segnali di dolore senza una reale minaccia.
Ok chiarito questo , facciamo un piccolo passo avanti.
Perché il Corpo Entra in Allerta e Mantiene il Dolore?
Il nostro sistema nervoso è progettato per proteggerci. Quando sperimentiamo dolore, il cervello interpreta questa sensazione come un segnale di pericolo. In condizioni normali, una volta che la causa del dolore viene risolta, il sistema nervoso torna alla normalità. Tuttavia, in alcuni casi, il cervello rimane in uno stato di “allerta permanente”, come se il pericolo non fosse mai passato.
Ciò può accadere per diversi motivi:
- Esperienze traumatiche passate: Se il cervello ha associato un’esperienza dolorosa a un pericolo grave, può mantenere il dolore come forma di protezione, anche se il danno fisico non è più presente.
- Iperattivazione del sistema nervoso: Stress cronico, ansia e traumi possono mantenere il sistema nervoso in uno stato di iper-vigilanza, amplificando la percezione del dolore.
- Neuroplasticità negativa: Il cervello impara attraverso l’esperienza. Se il dolore persiste a lungo, il cervello potrebbe “allenarsi” a percepirlo più intensamente e con maggiore facilità, rendendolo una risposta abituale.
La Connessione tra Mente e Dolore: Cosa Dice la Scienza
Questo studio ha dimostrato che alcuni fattori psicologici e tratti di personalità possono influenzare l’insorgenza e la persistenza del dolore cronico:
- Neuroticismo e Ansia: le persone con una tendenza all’ansia e alla preoccupazione hanno un rischio maggiore di sviluppare dolore cronico. Questo perché il loro sistema nervoso è costantemente in allerta, amplificando la percezione del dolore.
- Depressione: chi ha sofferto di depressione in passato ha una probabilità più alta di vedere il dolore persistere nel tempo.
- Bassa Estroversione: le persone meno socievoli e più introverse tendono a mantenere il dolore più a lungo. Questo potrebbe essere legato alla mancanza di supporto sociale e alla tendenza all’isolamento.
- Eventi Traumatici Infantili: se hai vissuto esperienze difficili durante l’infanzia, il tuo sistema nervoso potrebbe essere più incline a sviluppare ipersensibilità al dolore.
Neuroticismo ? Approfondiamo questo discorso
Il neuroticismo è uno dei cinque tratti principali della teoria dei “Big Five” (OCEAN) che descrive la personalità umana. È associato alla tendenza a sperimentare emozioni negative, come ansia, tristezza, rabbia e stress, in modo più intenso e frequente rispetto ad altri individui. Persone con un alto livello di neuroticismo sono più inclini a sentirsi sopraffatti dalle difficoltà quotidiane, a preoccuparsi e a vivere con una certa instabilità emotiva.
Alcuni punti chiave da considerare:
1. Caratteristiche del neuroticismo
Emotività intensa: Le persone con alti livelli di neuroticismo tendono a sperimentare emozioni negative in modo più forte.
Preoccupazione e ansia: È comune che queste persone siano ansiose o tendano a preoccuparsi per eventi futuri, anche quando non c’è una reale minaccia.
Autocritica: Tendenzialmente, mostrano anche una tendenza all’autocritica, sentendosi insoddisfatte di sé stesse o delle proprie performance.
Irritabilità e rabbia: Possono diventare facilmente irritabili e avere reazioni di rabbia sproporzionate rispetto alla situazione.
Vulnerabilità emotiva: Le emozioni negative tendono a essere più difficili da gestire, con una maggiore probabilità di “esplosioni emotive” in risposta allo stress.
Cosa Significa Questo per Te?
Se il dolore cronico non è solo un problema fisico, allora anche la soluzione non può limitarsi solo ai trattamenti fisici. Ecco alcune strategie che possono aiutarti:
- Psicoeducazione sul Dolore: capire come il sistema nervoso genera dolore aiuta a ridurre la paura e l’ansia associate ad esso.
- Terapie mente-corpo: tecniche come la meditazione, l’ipnosi e la terapia cognitivo-comportamentale possono aiutare a ricalibrare il cervello e ridurre la percezione del dolore.
- Nutrizione e Stile di Vita: una dieta anti-infiammatoria e uno stile di vita sano supportano il sistema nervoso e riducono la sensibilità al dolore.
Non sei solo: Il dolore si può “disimparare”
Questo studio dimostra che il dolore cronico non è “tutto nella tua testa”, ma è il risultato di un’interazione complessa tra cervello, emozioni e sistema nervoso. Comprendere questa connessione è il primo passo per riprendere il controllo della tua vita e ridurre il dolore in modo naturale.
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A presto,
Dr. Alessio Veneziano
Fisioterapista e Fondatore del Metodo NeuroBalance per la cura dei dolori cronici nociplastici