Sommario
Ciao in questo articolo voglio condividere con te la mia esperienza nel percorso di guarigione dal dolore cervicale sperando che possa esserti di aiuto e di inspirazione.
In questo articolo capirai come una terapia mente-corpo (mind-body therapy) è stata la soluzione più efficace e soprattutto definitiva al mio dolore cronico. Ti spiegherò di cosa si tratta e come intraprendere questo percorso. Se stai cercando un approccio naturale che ti permetterà di essere totalmente indipendente da terapie passive come farmaci e manipolazioni questo è l’articolo che devi assolutamente leggere fino in fondo.
Se non mi conosci io sono Alessio Veneziano, fisioterapista olistico e fondatore di questo portale “VenezianoTherapy”. La mia missione e lavoro è aiutare quelle persone che soffrono da dolori cronici ritrovare un nuovo senso di benessere. Lo faccio attraverso articoli, video, consulenze e programmi online.
Ok adesso che sai chi sono e di che cosa mi occupo torniamo pure all’articolo.
Ho sofferto da cervicale per quasi 5 anni. Tutto iniziò dopo un infortunio in palestra all’età di 18-19 anni. Nei successivi 5 anni ho provato diverse terapie per la risoluzione di questo fastidioso problema che stava debilitando la mia vita privata e lavorativa.
Provai quindi fisioterapia, manipolazioni osteopatiche, massaggi, agopuntura e yoga. Tutto funzionava per poche settimane e poi il dolore ritornava aumentando gradualmente.
Nonostante il dolore sono riuscito a terminare il cammino di Santiago (900 km di cammino tra Francia e Spagna). Era il mese di Giugno del 2017. Li toccai veramente il fondo. Gli ultimi 100 km camminavo con lo zaino in mano, nonostante pesasse solo 5 kg, per alleviare spalle e collo infiammati.
Prima di intraprendere questa carriera da terapista , lavoravo in ufficio come tecnico informatico. Lo stress delle telefonate ad ogni minuto, l’ambiente super dinamico e un lavoro che non mi soddisfaceva incorniciava perfettamente una repressione interna che non trovava sfogo.
La prima svolta
Nel 2017, poco prima del cammino di Santiago, presi coraggio e decisi di licenziarmi dal mio lavoro d’ufficio, vendetti la macchina e acquistai un solo biglietto di andata verso la Nuova Zelanda. Paese straordinario in cui avrei vissuto per 1 anno dopo aver terminato il mio viaggio zaino in spalla in Spagna.
Dopo fu la volta di Australia e Francia prima di ritornare in Europa con la visione di diventare fisioterapista.
Avevo provato così tante tecniche e terapie che il tutto mi appassionò, nonostante il dolore cervicale fosse ancora presente. Avevo come l’intuizione che una volta entrato negli studi di fisioterapia avrei risolto il mio dolore autonomamente.
Quindi questo era il piano, dopo decine di viaggi in giro per il mondo sarei tornato sui banchi d’università a studiare uno dei temi che mi appassionava di più: il corpo umano.
E così fu. Dopo un intenso studio e pratica sono riuscito a risolvere finalmente il problema capendo come funzionava il mio sistema nervoso e che cosa lo rendeva ipersensibile. Tutto questo mi ha portato a sperimentare diverse tecniche come mindfulness, respirazione, scrittura espressiva ed eserciizi di visualizzazione.
Ma al di là delle tecniche che sono semplici da imparare e che chiunque con un minimo di determinazione e voglia può fare ogni giorno per 10-15 minuti. Quello che ha veramente cambiato le carte in tavola è stato collegare la tensione al collo e alle spalle con la mia tensione emotiva.
Molti di voi penseranno che il dolore al collo (cervicale) sia dato da artrite, ernie, discopatie eccetera. In una minima percentuale questo è vero, ma per la stragrande maggioranza dei casi queste non solo le reali cause.
Esistono molti studi scientifici che attestano che queste condizioni sono normali degenerazioni date dall’invecchiamento e che quindi non causano dolore.
Questa concezione che le anormalità della spina dorsale portino una serie di sintomi come dolore e tensione è antiquata e deve essere messa in discussione ogni volta si presenta.
Ad oggi esistono migliaia di casi in cui dopo una terapia olistica, (mind-body) che abbraccia mente e corpo, si ritornata ad una regolare attività fisica senza chirurgia, senza manipolazioni e senza farmaci.
Adesso ti starai dicendo: ma tutto questo sembra fantascienza!
Si lo so, ma ti invito a tenere una mente aperta e a continuare l’articolo.
Ti invito quindi a leggere questo articolo sul perché la risonanza magnetica non è attendibile per giustificare il dolore.
La vera svolta
Nel 2020 Iniziai ad indagare più a fondo leggendo libri come quello del Dottore Fisiatra statunitense John Sarno “The Divided Mind” o “Healing Chronic Back Pain” without drugs or exercises” (Trovi la versione italiana qui)
Questi libri mi hanno totalmente illuminato su qualcosa di veramente “bizzarro” che non avevo mai preso in considerazione. Il dottore sosteneva che la maggioranza dei dolori persistenti era causato da tensioni emotive o emozioni represse piuttosto che da problematiche fisiche (ernie, discopatie, artrosi, ecc…).
La descrizione caratteriale di questi pazienti era perfettamente la descrizione di me stesso….
E se tutto questo sia veramente il mio caso? Che sto reprimendo qualcosa che mi porto dietro da un bel po’….
Migliaia di persone dopo aver letto il suo libro come per miracolo hanno iniziato a sentirsi meglio.
Wow, come era possibile?
La cosa mi incuriosì e con mio stupore e incredulità aiutò anche me.
No non era placebo, perché da quel momento qualcosa nella mia psiche cambiò.
Ogni qualvolta che il dolore si affacciava alla finestra sapevo perfettamente perché e come accompagnarlo all’uscita.
Ecco, voglio che anche tu sappia usare questi strumenti perché ti cambieranno letteralmente la vita.
Tutto aveva così senso ma perché nessuno mai dei terapisti che avevo consultato me ne aveva parlato?
Purtroppo, questa idea non era ancora mainstreem poiché non c’erano ancora abbastanza studi scientifici ad attestarlo. Oggi viviamo quindi in un periodo di rivoluzione della fisioterapia e nonostante questa teoria sia stata confermata poche università in Europa hanno integrato questo sapere.
Attraverso fMRi (risonanze funzionali) possiamo vedere come si comporta il cervello di un malato da dolore cronico e uno in cui il dolore non è presente.
Il mio percorso universitario andava troppo lento. Nei primi 2 anni di università non si parlò per niente di dolore cronico ma soltanto di riabilitazione di dolori acuti o malattie cardiovascolari o neurologiche.
Era affamato di sapere e finalmente nel terzo anno riuscii a confermare tutto quello che avevo letto studiato e sperimentato negli anni prima anche all’università.
Nonostante tutto sentivo il bisogno di saperne di più e di divulgare questo sapere a tutti. Iniziai quindi ad analizzare tutte queste nuove informazioni che nel giro di meno di 3 mesi riuscirono completamente a guarire il dolore. Nada. Zero. Zibra.
Ok questo ti sembrerà una fuffa perché come è possibile che dopo anni di terapie fisiche con terapisti di esperienza sono riuscito da solo, soltanto con la lettura di buone informazioni e qualche esercizio a risolvere il mio problema?
Ho scritto diversi articoli su come questo sia possibile, descrivendo la teoria e la pratica che ci sta dietro.
Per trovare la radice del dolore dobbiamo cambiare il nostro mind-set ed essere pronti a mettere da parte le nostre passate credenze.
Se soffri da dolore cervicale, alla spalla o alla schiena e hai escluso problematiche gravi come tumori, infezioni e fratture allora esiste un altro passo da eseguire.
Attraverso una diagnosi medica bisogna anche escludere che non ci siano lesioni o disfunzioni ai nervi, questo un neurologo/reumatologo lo può attestare benissimo attraverso dei test fisici, analisi del sangue, e scansioni.
Il più grande indizio in questa indagine sulla radice del dolore viene fatta attraverso l’ascoltare la storia del paziente. Non intendo solo ascoltare i sintomi odierni ma appunto quelli del passato, gli stress del presente , eventauli traumi (piccoli o grandi) e infanzia.
E chi ha tempo di sentire il paziente per più di 1 ora ? Praticamente nessuno. Ecco perché è più facile trovare le coperte e coprire il dolore : farmaci, farmaci, farmaci, manipolazioni, tecar, laser terapia, eccetera eccetera….
Spendendo soldi e tempo riconcorrendo qualcosa che non ha senso…. Perchè non è nel corpo che dobbiamo guardare ma nella nostra mente (sistema nervoso centrale).
E se stai leggendo questo articolo, penso che ti sia anche stufato di questa situazione. Adesso fai un respiro profondo perché questa situazione, la tua situazione, può cambiare ma per fare ciò devi essere disposto/a ad imparare qualcosa di nuovo.
Ok continuiamo.
Il dolore cronico ovvero quello che persiste per più di 3 mesi è creato e si comporta in modo molto diversamente da ogni altra tipologia (come quello acuto o neuropatico).
Per fartela breve, la radice del dolore è il nostro sistema nervoso, in particolare è il nostro cervello che lo crea dopo aver analizzato i messaggi che il corpo gli dà.
Il dolore è un output non un imput. Il dolore è lì per proteggere il corpo non per danneggiarlo. Quindi chiediti prima se veramente qualcosa è stato danneggiato. E nella maggioranza dei casi non lo è.
Perché entro 3 mesi anche l osso più grosso e lungo del corpo guarisce. Quindi perché non dovrebbe guarire il tuo collo, spalla, schiena allo stesso modo?
Il dolore neuroplastico, può persistere per anni, anche decenni. Esso è memorizzato nel sistema nervoso, non solo nei tuoi nervi ma nel tuo cervello.
Attenzione : non sto dicendo che non sia reale. E’ assolutamente reale. Il suo lavoro abbiamo detto è proteggere il corpo da potenziali danneggiamenti.
Il dottor Sarno, pioniere di questa scoperta, era arrivato alla conclusione che il dolore cronico neuroplastico stesse proteggendo non solo il nostro corpo ma la nostra psiche.
Tutte le persone che soffrivano da questa tipologia di dolori avevano caratteri molto simili. In particolare queste persone avevano queste caratteristiche principali.
- L’overachiver , ovvero “chi fa troppo“, “chi eccede nelle aspettative”. Si riferisce a una persona che si impegna al massimo in ogni cosa che fa, spesso oltre i limiti ragionevoli, per ottenere risultati eccellenti.
- The goodist : ovvero “chi cerca di fare sempre il bene”. Si riferisce a una persona che si preoccupa costantemente di fare la cosa giusta, e che spesso si sente in colpa se non riesce a farlo.
- Il “perfezionista” ovvero si riferisce a una persona che cerca costantemente di raggiungere la perfezione in ogni cosa che fa, e che spesso si sente insoddisfatta anche se ha ottenuto risultati eccellenti, perché crede che potrebbe fare ancora meglio.
- “People pleaser” ovvero “chi vuole piacere a tutti”. Si riferisce a una persona che si preoccupa troppo di ciò che gli altri pensano di lui/lei, e che spesso fa sacrifici per accontentare gli altri, anche a discapito delle proprie esigenze.
Analizzando quindi questi aspetti della personalità mi sono rivisto perfettamente.
Questi sono solo alcuni aspetti della personalità, per avere una visione globale guarda questo questionario.
Questa tipologia di carattere inoltre tende a reprimere molto all’interno, non esprimendo le proprie emozioni, evitando il confronto in situazioni critiche dove in realtà ci sarebbe il bisogno di fare valere la propria versione dei fatti.
Lo stress represso, la tristezza e l’infelicità diventano “rabbie” riversate nel nostro inconscio.
Guarda il tuo inconscio come un serbatoio di ricordi, rabbia, pensieri negativi, traumi, e repressione.
Ogni qualvolta che nella vita di tutti i giorni diciamo di “SI” o “OK” a qualcosa che in realtà non ci piace o solo per accontentare gli altri, questo va ogni volta a riempire il serbatoio.
Nel mio caso, quando il dolore alla cervicale era iniziato , stavo reprimendo una carriera del calcio fallità, un lavoro d’ufficio che mi stava facendo diventare isterico, e vivere in una nazione che non mi apparteneva più.
Volevo realizzare i miei sogni ma non sapevo più da dove iniziare. Dovetti mollare tutto. E nonostante girai il mondo il dolore al collo continuava.
Vedi non basta mollare tutto. Perché il tuo inconscio non ti molla mai veramente. È sempre lì a ricordarti che il serbatoio è pieno.
Il tuo inconscio è il tuo bambino interiore. Vuole essere visto e bisogna dargli voce per farlo ritornare ad un livello bilanciato.
Spero che non ti stai perdendo in tutte queste metafore. Voglio semplicemente farti capire che il dolore è registrato da qualche parte e dare voce al dolore vuol dire dare voce al tuo subconscio.
Ma come ? ti chiederai.
Fatti una domanda: che cosa nella tua vita ti sta creando disagio : preoccupazioni, stress, vecchi ricordi, il futuro, la paura di non ritornare a stare bene….
Non sei il solo in tutto ciò. E esiste sempre una via d’uscita. Ecco perché ho scritto il mio primo libro che si chiama proprio “La via d’uscita”. Ti invito a leggerlo. E’ gratis e lo puoi scaricare qui.
Dai voce al tuo dolore
Dare la voce al tuo subconscio vuol dire semplicemente accogliere il dolore senza paura. Vuol dire collegare il dolore a quello che stai reprimendo o hai represso per molto tempo.
Vuol dire, dire di NO quando invece continui a dire di “SI” a tutto e tutti.
Vuol dire ascoltare il tuo bambino interiore ogni tanto.
Vuol dire , poterti incazzare quando è ora di incazzarsi.
Vuol dire, lasciare andare.
Esiste un potente esercizio per fare ciò , si chiama scrittura espressiva.
Una volta capito questo importante concetto del conscio, subconscio e emozioni represse qualcosa dentro di te cambierà. Ti amerai un pelo in più, prenderai confidenza che non esiste nulla di d’aggeggiato o rotto dentro di te. Capirai che il dolore è un alleato e non un nemico. Il dolore ti sta facendo vedere cos’è che deve essere svuotato nel serbatoio.
Quando ho risolto il mio dolore cervicale ho immediatamente sentito il bisogno di divulgare queste informazioni a chiunque incontrassi tra amici, parenti e ovviamente anche in università. Ero però al secondo anno di università e al tempo stavo ancora lavorando da massaggiatore nel mio studio privato a Groningen.
Pochi mesi dopo decisi di mollare la carriera da massaggiatore per dedicarmi interamente alla divulgazione online e al coaching attraverso il mio nuovo portale VenezianoTherapy.com
Nel 2023 inizia a sviluppare video per YouTube insieme alla scrittura del mio Blog. Replicai il mio stesso successo di guarigione per decine di altre persone che soffrivano da dolore cronico.
Nel mentre mi appassionai quindi anche di psicologia applicata: ovvero di tecniche per incrementare lo stato di benessere mentale (ad esempio la mindfulness, la scrittura espressiva, la pratica di gratitudine).
In questi anni di istruzione e pratica sono stati estremamente utili le testimonianze di centinai di persone che seguendo questo metodo sono ritornate a stare bene. La cosa mi mese una carica estrema, volevo aiutare più persone possibile ma le resistente erano molte.
Resistenze alla terapia
E’ difficile fare passare il messaggio che si possa guarire attraverso un cambio di credenza e degli esercizi che facciano uscire le emozioni represse. Questo sembrava assurdo anche a me all inzio, e praticamente a tutti quelli che oggi sono ritornati alle loro attività dopo anni di sofferenza e dolore.
Questa terapia “mente-corpo” non è per tutti, ma può esserla per te che stai leggendo questo articolo.
La terapia non è per tutti perché pochi sono aperti mentalmente a cambiare e vedere le cose da un altro angolo. Per fortuna oggi abbiamo diversi studi scientifici che attestano l’efficacia di questi trattamenti.
Come questo che ti mostrerò di seguito.
Lo studio scientifico intitolato “Effetto della terapia di riprocessamento del dolore rispetto al placebo e alla cura abituale per i pazienti con dolore cronico alla schiena: uno studio clinico randomizzato” ha esaminato l’efficacia della terapia di riprocessamento del dolore (PRT) nei confronti del placebo e della cura abituale per i pazienti affetti da dolore cronico alla schiena.
Lo studio ha coinvolto 150 pazienti con dolore cronico da almeno 2 anni e con anormalità alla colonna vertebrale, i quali sono stati assegnati in modo casuale a uno dei tre gruppi di trattamento:
- PRT (Pain Reprocessing Therapy) più generalemente chiamata Mind-Body Therapy ;
- Placebo ;
- Cura abituale (Fisioterapia & Cure Medicinali) ;
La PRT ha comportato un intervento di psicoterapia basato sull’identificazione e la riprogrammazione dei ricordi dolorosi, mentre il gruppo del placebo ha ricevuto un trattamento simile, ma senza l’elemento terapeutico attivo. Il gruppo di cura abituale ha ricevuto la normale assistenza sanitaria come fisioterapia e cure medicinali.
I risultati dello studio hanno mostrato che il gruppo PRT ha riportato un miglioramento significativo nella riduzione del dolore cronico rispetto ai gruppi del placebo e della cura abituale.
In particolare, il 66% dei partecipanti del gruppo PRT sono guariti completamente.
Se si guardano le differenze tra gli altri 2 gruppi questi risultati sono l’apri pista di un rivoluzionario nuovo approccio alla cura del dolore cronico.
Questo è incredibile, visto che stiamo parlando di persone che sono state trattate senza l’uso di terapie passive o manuali.
Appunto adiamo a fondo su come agisce questa terapia.
Inizialmente al paziente viene spiegato che non esiste nessun legame tra il suo dolore e la rottura di un tessuto mescolare o osseo. Quindi siamo al primo step , quello dell’educazione al dolore. Questo step viene altamente sottovalutato dalla stragrande maggioranza dei terapisti del settore medico.
Ritengo di cruciale importanza ottenere le informazioni che fanno capire al paziente perché il dolore suo persiste e come può attivamente gestirlo senza l’uso terapie da macchinari, medicinali, o di manipolazione.
Attenzione: Con questo non dico che queste terapie non dovrebbero esistere ma se andiamo a valutare le ultime evidenze scientifiche esse non vanno a giustificare un trattamento duraturo ed efficiente.
In questi casi stiamo parlando di dolori cronici neuroplastici quindi non derivati da problematiche gravi come tumori, lesioni, infezioni, malattie autoimmuni.
La Pain Reprocessing Therapy agisce sulle false credenze del paziente che sono state indotte da un sistema sanitario che guarda il corpo ancora come un robot, come una macchina da aggiustare.
False Credenze
La terapia mira quindi a liberare il paziente da credenze limitanti, come quella che “attenzione a fare quel movimento , potresti aggravare la situazione! “ oppure “la tua schiena sembra quella di un 80 enne” , oppure “ Sei pieni di ernie e protrusioni “ o ancora “la tua postura è errata”…
Potrei menzionare decine e decine di false informazioni e giustificazioni al dolore che sono ancora usate tutt’oggi da professionisti che non hanno minimamente aggiornato la loro cultura scientifica.
Una volta liberati da false credenze, il corpo e la psiche reagisce in modo da “slegare” tensioni protettive. Questo non vuol dire che la tua colonna tornerà quella di un bambino, perché non è questo l’obbiettivo della terapia.
L’obbiettivo della terapia é diminuire drasticamente la tensione al tuo sistema nervoso facendoti riassaporare pian piano quello che il tuo corpo è realmente capace di fare. Il movimento fisico, quindi, viene ristabilito gradualmente senza la paura di rompere qualcosa…
Uno strumento della terapia è il tracciamento somatico , un esercizio di mindfulness che collega le tue sensazioni corporee dolore come sicure. Attraverso questo processo il cervello inizia a processare informazioni che prima erano ritenute dannose come normali.
La caratteristica incredibile del cervello di processare e rimodellare le informazioni crea fisicamente un nuovo ambiente capace di curare alla radice il dolore.
Come ultimo step viene presa in considerazione l’aspetto emozionale, in particolare quello represso.
Questo aspetto viene lavorato attraverso una terapia espressiva che dia voce alle paure e alla rabbia che ci portiamo dietro da mesi se non anni.
Il dolore quindi diventa un segnale del nostro inconscio, processato inizialmente come falso allarme, come segnale di protezione del nostro corpo che non ha più senso di esistere. Perché non c’è nulla da proteggere se quello che ci faceva paura o rabbia viene messo alla luce.
Tutto questo ti sembrerà bizzarro e difficile da digerire ma ciò non vuol dire che non sia vero. Perché se ha funzionato per il 66% delle persone di questo studio scientifico e ha funzionato per migliaia di altre persone che hanno messo la loro testimonianza alla luce di tutti. Allora qualcosa di vero ci sarà pure.
Provare per credere. Alla fine che cos’è che abbiamo da perdere se non il tempo da dedicare in qualcosa che potenzialmente potrebbe cambiarti la vita. In più non ha effetti collaterali o rischi. Tutto il contrario degli interventi chirurgici e manipolazioni.
Ci sono decine di studi che stanno attestando questo procedimento di guarigione. Esistono libri e podcast da leggere e sentire per capire che tutto ciò è solo l’inizio di un nuovo modo di “riabilitarsi” nel mondo moderno.
Spero con tutto il cuore che questo articolo ti abbia dato qualcosa su cui riflettere e lavorare.
Non esitare a scrivermi se hai bisogno di aiuto o magari hai delle domande a cui non ho risposto in questo articolo.
Per adesso ti auguro un buon inizio.
Forza e coraggio.
Un abbraccio
Alessio
P.S
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